lunedì 19 dicembre 2022

venerdì 25 novembre 2022

Crocchette per cani fatte in case

Se vuoi preparare un pasto in modo semplice ma salutare, naturale e goloso per il tuo cane, qui troverai la ricetta giusta per te.




Siamo abituati a trovare sugli scaffali di supermercati e negozi per animali il cibo pronto per i nostri animali, ma prepararli in casa è molto più semplice di quello che si crede, inoltre c’è un vantaggio importantissimo da non sottovalutare: non c’è dubbio che sia molto più salutare rispetto a quello industriale infatti, avendoli realizzati noi, sappiamo esattamente quali sono gli ingredienti contenuti nel cibo. Le crocchette fatte in casa potranno essere comodamente conservate in freezer per 2/3 mesi, e scongelate a piccole dosi all'occorrenza.

vediamo come preparare in veloce le crocchette per cani fatte in casa, naturali e gustose.

INGREDIENTI:

1. 300 GR DI FARINA DI RISO

2. 250 GR DI VERDURE MISTE

3. 400 GR DI CARNE TRITATA MISTA

4. 2 UOVA

Tagliate la verdura a pezzetti e cuocetela in acqua; Una volta cotta, insieme a un po’ d’acqua della cottura, frullatela mettetela da parte.

Fate la stessa operazione con la carne: cuocetela con dell’acqua e successivamente frullatela fino a farla diventare una purea liscia.

Unite la verdura e la carne precedentemente preparate e aggiungete le uova e la farina; amalgamate bene il tutto fino a formare un impasto morbido ed omogeneo.

Stendere l’impasto in una teglia ricoperta di carta da forno e, aiutandoci con una spatola, create uno strato alto circa un centimetro il più regolare possibile.

Lasciate cuocere nel forno statico preriscaldato a 180°-190° per circa 30/40 minuti, l’impasto deve risultare asciutto. Togliete dal forno e lasciare intiepidire per alcuni minuti.

Tagliate l’impasto in forme regolari (per la grandezza dovrete regolarvi sulla base della taglia del vostro cane), e rimettetele in forno sempre a 180°-190° per altri 30 minuti circa

Per conservarle al meglio è fondamentale far seccare completamente le crocchette perché l’umidità potrebbe far nascere della muffa. Quindi una volta cotte lasciatele nel forno semiaperto ma ancora caldo per almeno altri 30 minuti e potrete conservare facilmente per circa un mese. In ogni caso si possono sempre congelare come ho già scritto prima.

E … buon appetito ai pelosetti.


lunedì 19 settembre 2022

GATTO PERSIANO

Il gatto persiano è un gatto domestico, originario dell'Asia Minore dal portamento elegante, ma tipicamente sornione che si adatta molto bene alla vita da appartamento. I primi esemplari furono portati in Europa nel 1626 da Pietro Della Valle. Alla razza fu dato il nome di gatto d'angora una specie molto diversa dal gatto persiano come lo conosciamo oggi. Successivamente dopo una serie di incroci con una razza proveniente dall'Iran (la storica Persia), formata da gatti più piccoli e tarchiati e col pelo lungo, venne creata la razza “persiana”.




Durante l’epoca vittoriana, questo gatto divenne la razza preferita della regina e da allora conobbe larga diffusione, prima nella versione del pelo blu, poi nei colori del bianco e del nero.

La Fédération Internationale Féline (FIFE) ha diviso in 3 gruppi il gatto persiano, scegliendo per ogni gruppo una ripartizione di colore: il persiano bicolore con due terzi di colore solido e un terzo di bianco; il persiano arlecchino ha cinque sesti di mantello bianco mentre il colore copre un sesto della superficie; il persiano van con chiazze di colore solo sulla testa e sulla coda. Esiste anche una specie dal pelo corto chiamata exotic shorthair.

CARATTERISTICHE FISICHE

Il corpo del gatto è sodo e massiccio; ha le zampe corte e tozze e i piedi larghi e rotondi. Ha orecchie piccole, il suo muso è arrotondato e schiacciato, col naso infossato e con grandi occhi tondi molto colorati ed espressivi, le cui tonalità variano dall'arancio all'azzurro, al verde, al blu, eccezionalmente alcuni gatti possono avere un occhio arancio e uno blu.

I maschi sono molto più grandi delle femmine: i primi arrivano a pesare circa 6 kg e mezzo; le femmine pesano intorno a 3,5 Kg.

Esistono due diverse varietà di gatto persiano: il "doll face” o "vecchio tipo", in cui il profilo è sporgente rispetto agli occhi e "l’ipertipico", in cui le caratteristiche tipiche del persiano, come il muso schiacciato, sono esasperate e potenzialmente problematiche per la salute del gatto.

Il gatto persiano è accettato in duecento colorazioni, che variano per pezzature e per disegni. Colori principali: tutti i colori solidi, tabby, chinchillà, parti-colour, colourpoint, bicolore, smoke.

CARATTERE

Dotati di carattere docile e pacifico, non è dispettoso e non combina guai in casa. Il gatto persiano è molto affettuoso e particolarmente adatto alla compagnia, ma riesce anche a stare da solo. Sembra quasi una presenza invisibile si muove lentamente da un angolo all'altro della casa, senza arrecare fastidio., essendo di base un animale pigro e amante dei lunghi sonnellini su ogni divano o poltrona di casa. Se ci sono altri gatti e cani, si adatta senza problemi. Quando vive in casa, dal momento che non ama girovagare all'esterno, rischia fortemente di ingrassare.





CURE E ALIMENTAZIONE

L’alimentazione deve essere varia ed equilibrata da evitare pane e pasta, se il gatto è adulto evitare anche il latte vaccino. Molto importante curare il mantello: è necessario spazzolarlo tutti i giorni e pulire gli occhi, tendenti alla lacrimazione. Periodicamente andrà anche lavato per assicurare un pelo lucente.

Il gatto persiano è particolarmente soggetto a occlusioni intestinali, dovute quasi sempre dall'ingestione volontaria del pelo che perde in grandi quantità specialmente nel periodo della muta.

Prima di comprare un gatto di razza pura, ricordate che è sempre meglio adottare un animale domestico e trovare una casa a chi non ce l’ha, anziché incentivare un commercio non sempre etico.

lunedì 9 maggio 2022

Perché i cani si leccano?

 I nostri amici a quattro zampe leccano in continuazione, sia loro stessi che altri animali e le persone, ma perché lo fanno? I cani leccano per diversi motivi:


quando il tuo cane si lecca lentamente e ripetutamente il più delle volte cerca di auto-coccolarsi come quando una madre lecca i suoi
cuccioli, però potrebbe anche indicare un problema di salute o di stress.




Se il tuo cane ti lecca probabilmente cerca la tua attenzione o perché a fame o semplicemente perché vuole le coccole; se ti lecca il viso, le mani e i piedi quando torni a casa cerca di comunicarti che è felice e vuole le carezze. Capita anche che ti lecca perché hai un “buon
sapore” per lui, ad esempio quando sei sudato.


Quando un cane lecca un altro cane intorno alla bocca vuole mostrare rispetto. Spesso in questo caso il cane lancia anche altri segnali per indicare calma e tranquillità, oltre al leccare la bocca, come ad esempio lo scodinzolare. Questo tipo di leccate significano: "facciamo amicizia, non voglio farti del male!"


Se il cane si lecca le sue labbra e sbadiglia molto probabilmente si sente stressato o annoiato, in questi casi è molto importante cercare di capire l’eventuale causa di stress (eventuali cambiamenti in casa che potrebbero causargli tensione) e cercare di coinvolgerlo in cose a lui piacevoli e creargli stimoli interessanti: ad esempio con una passeggiata in più al di fuori dai soliti orari.
 

Spesso i cani si leccano anche per pulirsi o per prendersi cura del loro corpo, ad esempio per pulire il pelo vicino alle zampe o ai genitali. Però se il cane si lecca quasi sempre in un unico punto significa che potrebbe avere qualche tipo di disturbo: come un dolore dovuto ad una ferita, o una slogatura, oppure a causa di allergie o pulci o zecche. I cani preferiscono nascondere un eventuale loro disagio o dolore il più a lungo possibile. 
Se noti qualche comportamento anomalo non lasciare che il tuo cagnolino soffra per un potenziale dolore o disagio, in caso di dubbio è sempre meglio consultare un veterinario.

mercoledì 26 gennaio 2022

Piante velenose per gatti

Tutti i gatti hanno l’abitudine di “assaggiare” l’erba e le foglie delle piante, in realtà quello che sembra uno strano comportamento alimentare è un importantissimo sistema che usano i nostri amici a quattro zampe per favorire l’eliminazione dei peli che ingoiano quando si leccano.



Purtroppo però alcune piante sono dannose per i nostri amici a quattro zampe. Infatti fra le intossicazioni e gli avvelenamenti più comuni nei gatti abbiamo quelli da ingestione di fiori e piante tossiche. La tossicità è variabile da pianta a pianta: molto dipende dalla tipologia di pianta, dalla quantità ingerita e dallo stato di salute del micio.

In generale, qualsiasi pianta, anche quelle non propriamente velenose, se ingerite in grosse quantità possono comunque provocare gastroenterite al gatto con nausea, vomito e diarrea. 


Piante nocive più diffuse:

 

Agrifoglio

Tipica pianta del periodo natalizio l’agrifoglio (noto anche come agrifoglio americano), o
 pungitopo è una pianta appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae.


Le parti tossiche sono le bacche e le foglie a causa di sostanze quali l’ilicina e la caffeina.
I sintomi più probabili sono: nausea, vomito e diarrea.
Anche per l’avvelenamento da Agrifoglio la terapia è solo sintomatica.

 


Bella di notte

Altra pianta da giardino molto diffusa e tossica per gli animali è la Bella di notte. La Mirabilis jalapa è una pianta erbacea tuberosa originaria del Perù. Sono tossiche le radici e i semi perché ricche di trigonellina.
I sintomi più probabili sono: diarrea, dolore addominale, nausea, vomito, irritazione delle mucose.
Per fortuna l’intossicazione da bella di notte è molto leggera e facilmente risolvibile.


Cycas

La palma Cycas, originaria dell’Asia, dell’Africa e dell’Oceania, molto diffusa nei nostri giardini, è estremamente tossica. Tutta la pianta può essere tossica, in particolar modo i semi e radici. La Cycas o Cicas contiene sostanze velenose come cicasina, macrozamine e altre ancora.
I sintomi solitamente si manifestano entro 12 ore dall’ingestione: nausea, vomito, dolore addominale, epatotossicità acuta, ittero, cirrosi, coagulopatie, epitassi, emottisi, melena, danno renale, morte.
Prestare molta attenzione alla Cycas perché Purtroppo non esiste antidoto per questo avvelenamento, inoltre, anche facendo terapia sintomatica precoce, la prognosi è quasi sempre infausta

 

Dieffenbachia


Pianta molto diffusa nelle case, perenne sempreverde della famiglia delle Araceae, originaria dall’America Centrale e dall’Asia. La dieffenbachia è tossica sia per i cristalli di ossalato di calcio e sia per gli enzimi proteolitici che stimolano il rilascio di istamina e chinine.

I sintomi più probabili sono: dolore in bocca, il gatto si tocca spesso il muso con le zampe, edema della bocca e della gola, dispnea, nausea, vomito, diarrea, ipotensione, coma.

Anche in questo caso non esiste antidoto: la terapia è solo sintomatica.



Oleandro


L’oleandro, è un arbusto sempreverde molto tossico; tutta la pianta è tossica, incluse foglie, steli e radici perché contiene diversi glicosidi cardioattivi che hanno attività simile a quella della digitale.
I sintomi più probabili sono: dolore addominale, nausea, vomito, irritazione delle mucose, midriasi, alterazioni della conduzione cardiaca, atassia, ipotensione, shock, collasso, coma, morte
Non esiste antidoto, ma solo terapia sintomatica. La cura è simile a quella del sovradosaggio da digitale.

 


Stella di Natale


Probabilmente è la pianta tossica per i gatti più conosciuta, però non è la più velenosa. La Stella di Natale è una pianta ornamentale di origine messicana, nota per il suo colore sgargiante rosso.
Per i gatti e i cani sono tossici foglie, stelo e linfa ricchi di esteri del forbolo.
Non esiste un antidoto per questo avvelenamento, ma si attua terapia sintomatica. Tuttavia l’ingestione raramente causa problemi, a meno che non ne sia ingerita una gran quantità.
I sintomi più probabili sono: irritazione di bocca, orofaringe ed esofago, senso di soffocamento, tosse, nausea, conati di vomito, diarrea


 

Vischio

Altra tipica pianta natalizia pericolosa per i gatti è il vischio, pianta sempreverde della famiglia delle Santalaceae.
Tutta la pianta è tossica, in particolar modo le bacche, a causa della presenza di sostanze quali la viscumina e la viscotossina.
I sintomi più probabili (che spessono insorgono anche dopo parecchie ore dopo l’ingestione) sono: nausea, vomito, diarrea, ipotermia, aritmie, midriasi, iperattività, nervosismo, atassia, convulsioni, coma, dispnea, emolisi, collasso cardiocircolatorio, shock, morte.
Attenzione anche al vischio americano. Originario degli Stati Uniti e del Messico, anche qui tutta la pianta è tossica, soprattutto le bacche. Le sostanze velenose rilevate sono la foratossina, la lectina (blocca la sintesi proteica) e le amine tossiche.
Anche in questo caso, i sintomi (simili al vischio europeo) possono manifestarsi ore dopo l’ingestione.

Anche in questo caso non esiste antidoto, ma solo terapia sintomatica.

 


Piante grasse

Ci sono alcune piante grasse che sono velenose per i gatti e quindi consigliabile prestare attenzione in particolare a:Presta attenzione anche alle piante grasse.

v Agave

v Lophophora (peyote)

v Yucca

Per quanto riguarda i cactus, che non sono velenosi, è importante prestare attenzione ad una eventuale ingestione delle spine.

 


Lista completa piante velenose:

 

A

v Abro

v Acacia

v Acetosa

v Achillea

v Aconito

v Actea,

v  Agapanto

v  Agave

v  Aglaonema

v  Aglio (crudo)

v  Agrifoglio

v  Agutoli, spinacristi

v  Albero dei paternostri

v  Albero del sapone

v  Albicocco (noccioli)

v  Alchechengio, chichinger

v  Alloro americano

v  Aloe vera

v  Amanita (fungo)

v  Amaranot

v  Amarillide

v  Anagallide

v Anturio

v Araucari

v Arisaema triphyllum

v Asparagina ornamentale

v Asparagina ricadente

v Avocado

v Azalea, rododedro

 

B

v Bella di notte

v Belladonna

v Biancospino

v Bignonia rampicante

v Bosso

v Bucaneve

C

v    Caladio

v    Calla

v    Calmia ornamentale

v    Calta palustre, farfarugine

v    Campanella rampicante

v    Canfora

v    Cannarecchia

v    Celastro

v    Cestro

v    Chelroitèria

v    Cicas

v    Ciclamino

v    Cicuta maggiore

v    Ciliegio (noccioli)

v    Ciliegio d’inverno

v    Cineraria

v    Cipolla (crudo)

v    Clematide

v    Clivia

v    Colchico, zafferano bastardo

v    Coleus

v    Colocasia, taro

v    Crisantemo, margheritone

v    Croton

 

D

v    Dafne, mezereo

v    Dalia, giorgina

v    Datura, stramonio

v    Delfinio, spernella

v    Dicentra

v    Dictictis buccinatoria

v    Diffenbachia

v    Digitale purpurea

v    Dracena delle Canarie

v    Dulcamara

 

E

v    Edera

v    Edera terrestre

v    Elleboro

v    Erba medica, erba Spagna

v    Erba sudanese, sorgo gentile

v    Eucalipto

v    Euforbia (anche cactiformi)

v    Eupatorium rugosum

v    Evonimo giapponese

F

v    Fava

v    Felce aquilina, felce maggiore

v    Ficus

v    Filodendro

v    Fitolacca

 

G

 

v    Garofano

v    Gelsemio

v    Gelsomino

v    Geranio

v    Giacinto

v    Giglio (tutti)

v    Giglio rampicante

v    Ginepro (comune)

v    Glicine

v    Gissofila

v    Giucastrello marino

v    Giusquiamo

 

H

v    Heteromeles arbutifolia

v    Halogeton

 

I

v Iperico

v Ippocastano, castagno d’India

v Iris

 

K

v    Koelreuteria

 

L

v    Lantana

v    Làppola

v    Lauroceraso

v    Licium

v    Ligustro

v    Lino (da fibra tessile)

v    Lobelia (cardinale)

v    Lonicetra rampicante

v    Lupino

 

M

v    Maggiociondolo, laburno

v    Mandorlo

v    Marijuana

v    Melanzana

v    Melo (semi)

v    Menispermo rampicante

v    Momordica rampicante

v    Monstera, filodendro perforato

v    Morella

v    Mughetto, giglio della valle

 

N

v Narciso (trombone)

v Noce nero americano

v Noce moscata

 

O

v    Oleandro

v    Ortensia

v    Ortica

 

P

v    Papavero d’Islanda

v    Patata

v    Peonia

v    Pesco (semi)

v    Pervinca

v    Peyote (cactus)

v    Phoradendron flavescens

v    Pisello ornamentale

v    Pistia stratiotes (da acquari)

v    Podofillo

v    Poliscia

v    Pomodoro (parti verdi)

v    Porro (crudo)

v Primula


R

v Rabarbaro

v Ranuncolo

v Robinia, falsa acacia

v Ricino

v Rododendro, azalea


S

v  Sambuco

v  Sanguinaria (canadese)

v  Sansevieria

v  Scalogno (crudo)

v  Schefflera, brassaia

v  Senecio

v  Senecio succulento

v  Sofora (robinia giapponese)

v  Sommaco velenoso

v  Sorgo selvatico

v  Singonio

v  Spinacio

v  Spincervino, spino quercino

v  Spatifillo

v  Stella di Natale, poinsettia

v  Stephanotis

v  Susino giapponese

v  Simplocarpo

 

T

v    Tabacco ornamentale

v    Tasso

v    Tossicodendro

v    Trifoglio

v    Tulipano

 

U

v    Uccello del Paradiso

 

V

v    Vischio

v    Vite vergine

v    vite canadese

v    Vite americana

 

Z

v    Zygadenus venenosus

 

 

Se il tuo gatto mangia una pianta velenosa, contatta subito il tuo veterinario o un Pronto Soccorso Veterinario


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